Su una terrazza è stata edificata l'area sacra di Ercolano con due templi, uno dedicato a Venere e uno erroneamente attribuito agli dei Minerva, Mercurio, Nettuno e Vulcano ma che si ritiene essere anch'esso dedicato a Venere .
In pratica i due piccoli templi , di cui uno possiede ancora completa la cella della divinità , veneravano sia la dea della fertilità e dell'amore sia la dea che proteggeva i naviganti, (Ercolano era una città affacciata sul mare che ragionevolmente vedeva molti suoi abitanti svolgere lavori sulle imbarcazioni).
Il tempio dedicato a Venere mostra una forte devozione degli ercolanesi verso questa divinità , una devozione che ha origini antiche ma che è stata sicuramente potenziata da motivazioni politiche in quanto la fortuna di Marco Nonio Balbo, il grande benefattore di Ercolano, è strettamente legata alla dinastia Giulio Claudia che si riteneva discendere direttamente dalla dea dell'amore.
L'ottima conservazione dell'edificio sacro e delle sue pertinenze ci permette di comprendere bene il funzionamento di un tempio romano. All'ingresso c'è una sala d'attesa dove i fedeli attendevano il loro turno seguita da altri ambienti utilizzati dai sacerdoti di cui l'ultima presenta un banco dove si cucinava per i banchetti sacri a cui partecipavano i fedeli e i venerei, i consacrati al culto di Venere.