La lussuosa casa con terrazza vista mare apparteneva a Q. Granius Verus, uno schiavo liberato poco prima della distruzione di Ercolano, (di certo non si può dire che fosse fortunato). Il piano terra era riservato al proprietario, la sua famiglia ed eventuali ospiti mentre il piano superiore, di cui è visibile il ballatoio, era riservato alla servitù. Di notevole interesse è il criptoportico, (porticato coperto che riceve luce da finestroni in alto), affrescato e arricchito da sessanta quadretti, (alcuni conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli), con rappresentazioni di nature morte. Nel giardino sono presenti due statue di cervi assaliti da un branco di cani, da queste prende il nome la casa. Completano l’arredo del giardino la statua di un satiro con otre, la statua di Ercole in evidente stato di ubriachezza e un tavolino rotondo. L’ampia terrazza doveva essere il pezzo forte della casa, costruita a ridosso delle mura cittadine ormai inutilizzate, (vista l’assenza di nemici in grado di attaccare l’impero nei primi secoli), si affacciava direttamente sul mare che nel 79 d.C. era a pochi metri di distanza.