Nel cuore della Regio IX di Pompei, gli scavi archeologici hanno portato alla luce una nuova dimora, provvisoriamente denominata Casa di Ippolito e Fedra. Questa abitazione si distingue per l'assenza del tradizionale atrio, elemento tipico delle residenze pompeiane, suggerendo un'evoluzione nelle pratiche abitative del I secolo d.C.
Nonostante le dimensioni contenute, la casa vanta decorazioni parietali di straordinaria raffinatezza. Tra gli affreschi spicca una rappresentazione ben conservata del mito di Ippolito e Fedra, da cui la domus prende il nome. Altre scene raffigurano un amplesso tra satiro e ninfa, una possibile rappresentazione di Venere e Adone, e un'immagine danneggiata che potrebbe raffigurare il Giudizio di Paride.
Adiacente a uno degli affreschi, una finestra si apre su un piccolo cortile interno, caratterizzato dalla presenza di un larario finemente decorato con motivi vegetali e animali su fondo bianco. All'interno del larario sono stati rinvenuti oggetti rituali, tra cui un bruciaprofumi in ceramica e una lucerna con evidenti tracce di bruciato, testimonianze dell'ultimo rito svolto prima dell'eruzione del 79 d.C.
Questa scoperta offre una preziosa opportunità per approfondire le dinamiche sociali e architettoniche della Pompei del I secolo, evidenziando come anche le abitazioni di dimensioni modeste potessero essere arricchite da decorazioni di alto livello artistico.