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In realtà la casa fu erroneamente attribuita a Loreio Tiburtino a causa delle numerose iscrizioni elettorali in suo favore trovate sulle mura perimetrali della casa, appartenne invece a D. Octavius Quartio come documentato dal sigillo in bronzo ritrovato.
La domus è grande e lussuosa con un giardino particolarmente suggestivo con un canale a forma di T in origine ricoperto da un pergolato attualmente ricostruito.
Attorno al canale sono state ritrovate diverse statuette con soggetti di vario tipo, (muse, divinità fluviali, animali), attualmente esposte (si tratta di copie fedeli). Questi ritrovamenti hanno fatto ritenere ad alcuni che la villa fosse utilizzata per i rituali alla dea Iside e che lo stesso canale artificiale venisse fatto straripare per simulare il fiume Nilo e la sua fecondazione dei campi egiziani. In ogni caso il canale trae origine da un grazioso ninfeo dedicato a Diana.
Nel salone destinato ai ricevimenti le decorazioni riprendono le gesta dei greci nella guerra di Troia e la spedizione di Ercole contro Laomedonte.
Nel biclinio riservato ai pranzi all'aperto si possono ammirare gli affreschi che ritraggono Narciso alla fonte e il suicidio di Piramo e Tisbe.