Storia di Pompei: dalle origini ai giorni nostri

    Pompei fu fondata intorno all’VIII secolo a.C. dagli Osci che si insediarono, distinti in 5 villaggi, alle pendici meridionali del Vesuvio non molto distanti dal fiume Sarno allora navigabile.

    Dal numero cinque, in lingua osca, molto probabilmente deriva il toponimo della città.

    strada con passaggio pedonale - miniaturaI primi insediamenti risalgono all’Età del Ferro, ovvero al IX – VII secolo a. C., quando c’era la cultura delle "tombe a fosso".

    Pompei, in quell’epoca, era un centro commerciale molto rilevante, sicchè entrò nelle mire espansionistiche dei Greci e degli Etruschi prima, dei Sanniti poi.

    Ai Sanniti spetta il merito di aver ingrandito la cinta muraria della cittadina, conservandole un grande sviluppo urbanistico.

    In seguito, come accadde per tutta la Campania, fu conquistata dai Romani, riuscendo ad entrare, nell’ultimo quarto del III secolo a.C. a pieno titolo nel circuito economico romano; ciò potè verificarsi perché il Mediterraneo era sotto il totale controllo di Roma e le merci circolavano liberamente sicchè, anche Pompei, gran produttrice di vino e di olio, fu in grado di esportare liberamente fino in Provenza e in Spagna.

    In quest’epoca ci fu un forte impulso architettonico: furono ricostruiti il Foro rettangolare ed il Foro triangolare e nacquero importanti edifici come il Tempio di Giove, la Basilica e la Casa del Fauno che ha le dimensioni di un palazzo ellenistico.

    Nella stessa epoca è eretto anche il Tempio di Iside che è una chiara testimonianza degli scambi commerciali di Pompei con l’Oriente.

    Sotto il dominio di Roma Pompei divenne prima municipium e poi colonia "Veneria Cornelia Pompeianorum" perché governata dal dittatore Publio Cornelio Silla che la conquistò nell’89 a.C. e le diede gli appellativi appena citati: Cornelia, dal nome di Cornelio Silla e Veneria perché Venere era particolarmente adorata dal dittatore. Durante questo periodo la cittadina visse una profonda umiliazione perché molte terre furono confiscate per essere cedute ai veterani.

    Inoltre, la città si "romanizzò" al punto che sia il suo lato architettonico sia il lato istituzionale erano molto simili a Roma. Pompei divenne la "residenza di villeggiatura" del patriziato romano ed, in età imperiale, molte famiglie favorevoli alla politica di Augusto, si trasferirono qui e fecero costruire edifici come il Tempio della Fortuna Augusta e l’Edificio di Eumachia.

    Sotto Nerone la Campania subì ingenti danni a causa di un sisma verificatosi nel 62 o 63 d.C.

    Il Senato romano ne ordinò subito la ricostruzione, ma tutto fu vano, perché il 24 Agosto del 79 d. C., quando erano ancora in corso le opere di rifacimento della cittadina, una disastrosa eruzione del Vesuvio cancellò del tutto Pompei e con essa Ercolano, Stabia ed Oplonti.

     

    Non ci fu scampo quasi per nessuno e della fiorente Pompei rimase solo un manto lavico spesso fino a tre metri che cementificò gli abitanti e distrusse ogni sorta di vita. I calchi di gesso sono la testimonianza sconcertante di come perirono gli abitanti della città. L’eruzione del 79 d.C. è ricordata anche come eruzione pliniana perché il naturalista Plinio il Vecchio fu la più illustre vittima dell’eruzione.