Originariamente era una dimora risalente a prima della metà del primo secolo d.C. e fu trasformata in un complesso artigianale di notevole importanza, testimone delle abilità e dell'ingegnosità degli antichi romani nel campo della lavorazione delle pelli.

    Il terremoto del 62 d.C. causò ingenti danni a Pompei, ma fu anche l'occasione per migliorare e ottimizzare molti edifici, compresa la conceria. La ristrutturazione post-sisma trasformò il sito, rendendolo più efficiente e adatto alle esigenze produttive dell'epoca.

    Il processo di trasformazione delle pelli in materiale utilizzabile era complesso e suddiviso in diverse fasi, ognuna delle quali si svolgeva in aree specifiche del complesso per ottimizzare i flussi di lavoro.

     

    Il primo passo era il lavaggio delle pelli, un'operazione che si svolgeva in grandi recipienti chiamati dolia, situati probabilmente sotto un porticato o in prossimità del fiume Sarno, per sfruttare l'abbondanza d'acqua e allontanare i cattivi odori dalle zone abitate.

    prima fase della concia

    La fase successiva, e cuore del processo, era la concia vera e propria. Questa avveniva in quindici vasche cilindriche, dove le pelli venivano trattate con sostanze naturali per renderle morbide, durature e resistenti. Le vasche, ancora visibili oggi, sono un chiaro esempio dell'avanzata tecnologia e del sapere artigianale dei Romani.

    seconda fase della concia

    Una volta conciate, le pelli venivano lavorate sotto il porticato e nei piccoli ambienti che affacciavano sul peristilio, l'ampio cortile interno. Questi spazi erano separati da muretti che facilitavano l'organizzazione del lavoro. Inoltre, era presente un triclinio estivo, affacciato sul lato ovest del peristilio, dove il titolare della conceria, il coriarius, ospitava i suoi visitatori, dimostrando l'importanza sociale e economica di questa attività.

    seconda fase della concia

     

    Il complesso non era solo un luogo di lavoro, ma anche la residenza del coriarius e della sua famiglia, segno dell'intreccio tra vita domestica e attività produttiva in epoca romana. La visita a questo sito offre uno sguardo unico sulla vita quotidiana di Pompei e sulle tecniche artigianali del passato, un patrimonio che continua a stupire e a insegnare.


In latino, la conceria o l'officina dove si lavoravano le pelli si poteva chiamare "coriarii officina" o semplicemente "coriarii", derivando da "corium", che significa pelle o cuoio. Il termine "coriarius" si riferiva al lavoratore del cuoio o conciatore.